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Monterado Cenni Preistoria e Storia Antica

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Si ringrazia Paolo Marini per la collaborazione fotografica.

 



 

 

Nella nostra storia ha notevole importanza il fiume Cesano che nasce dal Monte Catria e confluisce nel Mare Adriatico. Monterado che confina con la provincia di Pesaro, è l'unico Comu­ne della provincia di Ancona che estende il proprio territorio in ambi i lati del fiume, incuneandosi nella provincia di Pesaro, tra i Comuni di Monteporzio e di Mondolfo. Studi approfonditi sulle origini del nome del fiume si devono allo storico Alberto Polverari che confrontando le varie teorie svi­luppatesi nel corso dei secoli, propende per la derivazione dall'anti­ca città di "Suasa" e quindi "Suasano", trasformatosi poi in Cesano. Presso questo fiume a Ripabianca, località del territorio monteradese a sinistra del Cesano ed a destra del torrente Rio, nel 1962 è stato esplorato un giacimento del "neolitico inedie". Alcuni scavi individuarono una capanna con un diametro massimo di 10 metri e minimo di 8 e profondo un metro e mezzo sotto il deposito fluviale e tre sepolture con scheletro. Sono stati raccolti molti vasi variamente decorati e altre ceramiche a forma di brocca, fiasco, bic­chiere, scodella, ecc., due idoletti fittili, ma senza testa ed arti inferiori e molti altri reperti in pietra: oltre 700 lame, 11 bulini, 4 grattatori e 3 raschiatori ed alcuni oggetti in osso lavorato tra cui due grossi punteruoli ricavati da corna di cervo.

Nella fauna è pre­valente la presenza degli ovini sui bovini; è frequente la presenza del cane, mentre vi sono tracce di cervi, volpi, orsi, gatti selvatici e caprioli. Tutti i reperti archeologici si trovano presso il Museo Nazio­nale di Ancona. Secondo l'Annibaldi, la vita pacifica degli agricoltori del neolitico è sconvolta nel terzo millennio a.C. dall'arrivo dei mercan­ti guerrieri, di provenienza "egeo-anatolica". Nel secondo millennio a.C. nelle Marche, all'età del ferro, compaiono i Piceni, pervenuti nella regione seguendo il picchio, uc­cello sacro a Marte, in primavera, quando avveniva il trasferimento ai pascoli estivi. Verso la fine del V secolo e l'inizio del IV a.C., avviene lo stanziamento dei Galli Senoni e quindi il sorgere delle città di Suasa Senonum e Sena Gallica. Dopo la battaglia del Sentine, con la vittoria dei Romani sui Senoni e l'invasione della Gallia Senonia da parte di Curzio Dentato (284 a.C.), avviene la romanizzazione del territorio che si completa con la concessione della cittadinanza romana e, sotto l'im­peratore Augusto, con la ripartizione territoriale, rinnovata da Dio-cleziano. Probabilmente il territorio di Monterado faceva parte della repubblica litoranea di Sena. Il Giorgi ha raccolto e illustrato diversi reperti romani di Monterado: un "discreto capitello in pietra, di conservazione alquan­to scadente", "avanzi fittili" (vasetti, vasi, mattoni, tegoloni, resti di pavimenti a mattoncini esagonali, tombe, ecc.). Ma poi con le invasioni barbariche, avvennero le distruzioni dei Goti.

Nel 408 d.C. Ataulfo distrusse le città di Suasa e di Ostra, mentre il 17 settembre dello stesso anno, Alarico distrusse Senigallia che però, al contrario delle altre due città, risorse e con l'esarca Narsete e poi con Longino fece parte della Pentapoli ed estese il suo territorio "nei confini attuali della diocesi, per cui Monterado veniva a collocarsi non più ai confini, ma al centro". Poi avvenne l'invasione dei Longobardi e la formazione del ducato longobardico di Senigallia al quale successe, nell'identico si­gnificato territoriale, il comitato dei Franchi. La vallata del Cesano fu raggiunta, prima del Mille e prima dei Franchi, dai Bulgari e dagli Sclavini. Molti documenti dei mo­nasteri di Fonte Avellana, di S. Lorenzo in Campo e di S.Gaudenzio di Senigallia testimoniano la loro presenza. Si parla del "vico dei Bulgari detto degli Sclavini" presso l'antica chiesa di S.Gervasio, tra Ponte Rio di Monterado e Centocroci di Mondolfo.  

 

  VI INVITIAMO A VISITARE ANCHE LA PAGINA DI PRESENTAZIONE DI MONTERADO

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