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Chiesa San Giovanni Battista

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La facciata della parrocchiale di San Giovanni Battista (secondo '600), con due ordini sovrapposti di paraste abbinate, ha un coronamento rettilineo a balaustrini. Il semplice campanile, che si innesta sul fianco destro, ha, sopra la cella campanaria, un cupolino a «cipolla». Queste caratteristiche sono comuni a molte chiese del fermano, ma il nostro San Giovanni si distingue netta­mente per l'interno: che presenta una pianta mossa da un'espansione ovoidale, con l'asse maggiore nel senso del­la lunghezza (ingresso-abside). Dei quattro altari laterali prospettanti obliquamente verso il centro dell'ovato, un rifacimento del 1926 ne sacrificò due, conservando quelli prossimi al presbiterio, con i dipinti raffiguranti S. Anto­nio di Padova (a destra) e le Anime purganti (a sinistra). I lati dei due altari demoliti ospitano due confessionali di legno di buona fattura, mentre nella parte alta delle rispettive pareti campeggiano le tele rimosse: un Transito di San Giuseppe a destra e un Angelo custode a sinistra, attribuiti ai pittori Ricci di Fermo (XVII-XVIII sec.). Fermana è pure la cospicua pala dell'altare maggiore, con il Battesimo di Gesù (1694), assegnata ad Ubaldo Ricci che, nelle robuste forme del Cristo e del Battista, echeggià i modi del Pomarancio.


Il rimaneggiamento del 1926 ha comportato nuova dipintura delle pareti e del soffitto a volta ribassata, dove campeggia l'Agnello mistico. Il pavimento è in graniglia di cemento gettato alla vene­ziana. Integri, al colmo delle pareti, gli stucchi barocchi con girali vegetali a forte rilievo, che evidenziano in quo­ta l'andamento dinamico della pianta, certo derivata da quella del San Carlino del Borromini. Alla fine dell' '800, già forte in paese il culto della Ma­donna del Soccorso, raffigurata col Bambino in una tela di Suor Giovanna Ricci, fu aperta sul fianco sinistro del San Giovanni - tra i due altari laterali - una cappella, riccamente ornata in stile neorinascimentale, sul cui al­tare venne posata la venerata immagine. Con la sua ricca cornice raggiata, di legno intagliato e dorato, alla vigilia della festa di giugno, l'immagine viene traslata in processione solenne e affollatissima nell'altra Chiesa del SS. Sacramento; la sera dell'ultimo dei tre giorni di festa, l'icona compie il percorso inverso. La pro­cessione è preceduta dai confratelli della Misericordia e da altri fedeli, portatori di numerosi ex-voto, ciascuno in cornice con asta e drappo, offerti dai cittadini grottesi alla Vergine tra il XIX e l'inizio del XX secolo. Tali ex-voto costituiscono, insieme con bei paramenti sacri conservati nel canterano della sacrestia, il Tesoro del­la parrocchiale. Pur non restaurato e muto da decenni, notevole importanza storico-artistica riveste l'organo a mantici della cantoria (autore Vincenzo Paci), collocato nella controfacciata, sopra l'ingresso. La cella campanaria ospita tre campane, suonate a con­certo nelle maggiori festività.  

 

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