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Santuario di S. Tommaso Becket di Canterbury

  • prov AP
  • città Montedinove
  • tel 0736 829449

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Il 1° dicembre 1617, il consiglio comunale di Montedinove dava l'assen­so, come volevano le leggi ecclesiastiche, per l'erezione di un convento di Frati Minori «strictioris observantiae» o Riformati, su un poggiolo sotto­stante il paese, dov'erano una cappella dedicata al santo martire Tommaso Becket arcivescovo di Canterbury e primate d'Inghilterra (+ 1170) e un'abitazione, proprietà dell'ex monastero di S.Maria in Cellis, dipendenza già dell'abbazia di Farfa. L'offerta fu discussa e approvata nel maggio 1618 a San Severino, dove i Riformati, allora sottoposti alla provincia Os­servante, tenevano un loro capitolo custodiale. Padre Carlo da Montedino­ve OFM Rif., al servizio allora del cardinal Alessandro Peretti (1585-1623) pronipote di Sisto V che aveva in commenda il monastero, convinse l'abate alla cessione dello ius sulla chiesa e sul suo ristretto fondo. Paolo V (1605-21) confermò con bolla del 1° nov. 1619, inviando la prima pietra da lui bene­detta, come ricorda ancora la lapide, sulla facciata. Deputati del Comune - che i frati riformati non potevano acquistare per via della Regola Francescana - avevano intanto comprato dal 13-3-1618 due quarte di terra dagli eredi di Domenico Vagnozzi, che pativano di un canone annuo di 10 quattrini con S.Maria in Cellis. E si potè iniziare la fabbrica, ponendo la prima pietra, il 26-5-1620. I frati vi presero stabile dimora nel 1629, anche se il convento potè dirsi terminato solo nel 1643, mentre sul luogo dell'antica chiesina distrutta sor­geva la nuova, abbastanza capace, dedicata all'Immacolata, S.Tommaso e a S.Francesco. Fu consacrata il 3-6-1646, come canta una lapide, ora collo­cata in sacrestia.

Curiosità storica: nel 1632, Urbano Vili ridusse tutti i monaci farfensi della zona a canonici di Collegiate. Soppressi tutti gli Ordini religiosi da Napoleone Bonaparte (1810), chiesa e convento e orti furono posti all'incanto e acquistati da un certo Eustorgio Celi. Ma nel giugno del '14 cade il Regno Italico, Papa Pio VII rientra a Roma nel '15, il Celi finisce in carcere, forse per i moti carbonari della Marca del 1817. In cambio della grazia, offrì di restituire gratis chiesa e convento; il che avvenne il 14-3-1821. Tornarono gli Osservanti Riformati e ne fecero «Studio di morale». Nuova soppressione nel 1866, dopo l'avvento dei Piemontesi e l'unifica­zione delle Marche allo Stato Sabaudo. Ma un sacerdote e un fratello reli­gioso poterono restare in alcune stanze fin oltre al 1894. La proprietà era passata per altro dal Demanio al Comune, e nel 1898 dal Comune al vesco­vo di Montalto Mons. Luigi Bonetti (+ 1911), che nel 1909 invitò i Frati Minori Conventuali del vicino convento di Montalto a prenderne cura e possesso. La chiesa è santuario noto nelle province di Ascoli e Teramo per la vene­razione a S.Tommaso Becket, invocato contro i mali delle ossa. L'annesso convento fu sede di noviziato dal 1936 al 1943, poi di un seminario minore dall'ottobre del '44 al giugno del '71 ed è presentemente utilizzato per ini­ziative turistiche e pastorali. Dal 1976, sono state affidate ai religiosi da S.E.Mons. Vincenzo Radicioni ambedue le parrocchie del paesino (700 abitanti): la vetusta S.Maria in Celiis e S.Lorenzo martire.

 

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