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Montedinove

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   VAI AL SITO DEL COMUNE

 

Montedinove, piccolo borgo medioevale, sorge sulla cima più elevata della catena di colli che dai piedi del Monte dell'Ascensione giunge, senza interruzione, al mare Adriatico snodandosi tra le fertili valli dell'Aso e del Tesino. Splendido è il panorama che spazia dalla costa adriatica ai Monti Sibilini e dal Monte Conero al Gran Sasso d'Italia: praticamente una visuale a 360°. La sua rispettabile quota altimetrica, 561m s.l.m., lo ha fatto rientrare nella Comunità Montana dei Sibillini, nell'ambito della quale il suo confine coincide con quello orientale. La sua equidistanza dal mare e dai monti permette escursioni in ambo le direzioni. L'incantevole abitato è formato da numerose piccole costruzioni in laterizi che appaiono, ad uno sguardo d'insieme, come un'unica costruzione concentrica. La sensibilità degli abitanti e la professionalità degli artigiani edili specializzati in ristrutturazioni, hanno fatto si che il centro storico mantenesse un fascino particolare di ambiente medioevale. La salubrità dell'aria, la cucina genuina e la cordialità degli abitanti, è quanto Montedinove offre a chi sceglie un itinerario storico-paesaggistico-enogastronomico. Durante il periodo estivo, in particolare nel mese di Agosto, il centro storico diventa isola pedonale e nella caratteristica Piazza Novana, il salotto di casa per i residenti, si organizzano attività ricreative gratuite: pianobar, teatro, mostre e serate culturali.

 

CENNI STORICI

Si vuole il suo nome e la sua origine legati alla scomparsa della città di Novana, menzionata da Plinio il Vecchio, nella sua nota "Naturalis Historia" libro III cap. XIII, come città dell'interno posta tra Asculum e Cluana. La disputa tra gli storici sull'ubicazione di questa città, risalente ormai ad alcuni secoli fa, verte a favore del territorio di Montedinove anche alla luce dei recenti indizi archeologici. Il ritrovamento inoltre di un miliario, a valle Fiorana, testimonia l'esistenza della via diretta ad Asculum- Novana- Firmum, che valica il monte dell'Ascensione verso est e che verosimilmente toccava i territori di Rotella e Montedinove. Significativo è il fatto che la piazza principale del paese porti il nome di "Novana", l'antica città scomparsa. La sua prima edificazione fu la conseguenza dell'invasione longobarda avvenuta nel 578 ad opera dei profughi ascolani. Nel 1099 l'abate di Farfa Berardo III munì, ex novo, Montedinove di un sistema difensivo, fornendolo di una cinta muraria, di due porte, Porta de'Monti e Porta Marina, e ponendolo a vedetta del Presidato Farfense nel Piceno. Stretto d'assedio nel 1239 dalle truppe del Re Enzo, figlio di Federico II di Svevia, Montedinove, sotto il comando del Ghibellino Rinaldo d'Acquaviva, resistette per circa due anni; a ricordo di questo fatto d'armi "Porta Marina" venne denominata "Porta della Vittoria".

Da un documento del 1279 si apprende che la terra di Montedinove godeva di una propria autonomia comunale con podestà a nomina ecclesiastica. Alla fine del XIII secolo si rafforza, per lo spirituale, il potere diocesano dell'Abbazia; per quello temporale, invece, il territorio è soggetto alla giudicatura del Presidato Farfense che andava dalla valle del Musone a quella del Tronto. La struttura urbana, le strette viuzze del centro e la cinta muraria sono testimonianza dell'interessante sviluppo che ebbe nei secoli XIV e XV. Nel 1586 Sisto V trasforma i territori di Montedinove in uno stato moderno; la giudicatura diventa autonomia locale sotto il nome di "Presidato di Montalto" staccandolo dal potere del legato Pontificio e assoggettandolo direttamente alla Camera Apostolica. Tutto ciò fino al regno italico di Napoleone. Nel 1617 il Comune approvò la costruzione di un convento per i Frati Minori Osservanti Riformati e il 10 novembre 1619 Papa Paolo V ne autorizzava la costruzione e benediceva la prima pietra per l'erezione del Santuario e Convento di San Tommaso di Canterbury. Questo santuario venne edificato lungo la via Cuprense, nel luogo in cui esisteva una cappellina, sempre dedicata a S. Tommaso, costruita dai Farfensi di S. Maria de Cellis un secolo prima. Nei secoli successivi Montedinove seguì il corso storico dello Stato della Chiesa fino all'Unità d'Italia nel 1861.

 

IL TOPONIMO:

Novana o Monte dei nove colli?

Secondo lo storico Giulio Amadio, autore detta Toponomastica Marchigiana, sarebbero due le probabili ipotesi sull'origine del nome Montedinove: la prima si rifarebbe al Monte dei nove colli o contrade, che appaiono raffigurati anche sullo stemma comunale; la seconda invece sarebbe legata a Monte delle nuove, intese come novelle, novità, che nei tempi dì mezzo si trasmettevano con segnali dalle alture. Ma si vuole il suo nome legato alla scomparsa città di Novana, mensionata da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia (lib.III cap.XIIl) come città dell'interno posta tra Asculum e Cluana. L'ormai vetusta disputa tra gli storici sull'ubicazione di questa città, sembra vertere oggi a favore del territorio di Montedinove, anche alla luce dei recenti indizi archeologici ( il ritrovamento di un cippo miliario a valle Fiorana testimonierebbe l'esistenza dell'ipotetica via diretta Asculum-Novana-Firmum, che valicava il Monte dell'Ascensione verso est e che verosibilmente toccava i territori dì Rotella e Montedinove). Significativo sembra inoltre il fatto che la piazza principale del paese porti il nome di Novana, lo stesso della scomparsa ed introvabile città romana.

 

 

COSA VEDERE 

Assolutamente da non perdere è una passeggiata per il piccolo e grazioso centro storico che conserva ancora resti delle alte mura medievali ( sec. XII-XV) ed è caratterizzato da un peculiare impianto urbano, al centro del quale si apre la particolare Piazza Navana. Su di essa si affacciano l'elegante Palazzo Comunale con la torre dell'orologio e le chiese di S. Maria de' Cellis e di S.Lorenzo, quest'ultima definita da molti la più bella del paese, sebbene la sua facciata non sia mai stata portata a compimento. Essa s'innalza sul sito di una precedente chiesa di cui non si conoscono le origini, ma che sembra sorgesse a sua volta sulla base di un 'altra preesistente, poiché lungo le mura esteme dell'odierno edificio, per un tratto di circa 10 metri di lunghezza si possono ancora scorgere le tracce di una primitiva costruzione in pietra, eretta probabilmente in un periodo contemporaneo alla nascita e allo sviluppo della rocca medioevale da cui si è poi formato l'abitato di Montedinove. Inoltre l'odierna chiesa, ad una navata, risulterebbe essere più stretta di almeno due metri rispetto alla precedente, che aveva invece due navate, mentre ha mantenuto lo stesso aspetto a pianta longitudinale con l'abside rivolta a nord/est.

 

  ULTERIORI APPROFONDIMENTI CHIESA S. LORENZO

 

I lavori per la costruzione dell'attuale chiesa prepositurale dedicata a S. Lorenzo levita e martire, ebbero inizio il 17 settembre 1786 con la benedizione della prima pietra e terminarono il 1 novembre 1797. Il progetto e la direzione dell'opera furono affidati all'architetto ticinese Pietro Maggi che seppe realizzare un vero capolavoro, sia per la pulizia e l'essenzialità degli elementi strutturali che per l'eleganza delle decorazioni, per le quali egli si avvalse di maestranze appositamente chiamate dalla Svizzera. Il colonnato, con scanalature a vista, ornato da finissimi capitelli corinzi a stucco bianco, la cui perfezione scultorea non ha pari nella zona, si deve ad esempio al ticinese Domenico Fontana. Sempre sulla piazza Novana si trova anche la chiesa parrocchiale dì S. Maria de Cellis. La sua esistenza è testimoniata dai documenti farfensi già nell'anno Mille. L'attuale edifìcio fu eretto sulla sottostante chiesa del Crocifisso, dalla quale sembra provenire gran parte da materiali riutilizzati quando fu costruita la primitiva chiesina dedicata alla Madonna della Misericordia, che era posta traversalmente alla piazza ed era di dimensioni più piccole dell'attuale.

E proprio alla chiesa detta Madonna della Misericordia apparteneva il portale gotico che ancora oggi (anche se murato) è visibile sulla piazza Novana e la cui iscrizione porta la data del 1368. La particolarità che subito colpisce chi guarda questo portale è la sua composizione in tre materiali diversi, che fanno pensare ad una ricostruzione con elementi estrapolati da realtà preesistenti. I materiali son il travertino, l'arenaria ed il cotto. Le due colonne a sezione ottagonale che poggiano su due leoncini stilofori sono in travertino, i conci d'imposta in pietra arenaria e tutto l'arco è in cotto. Nella posizione di chiave in altorilievo, sempre in cotto, c'è una croce ad estremità uncinate, sormontata dal simbolo della sfera con ai lati due margherite a cinque punte, una dritta ed una rovesciata, intervallate da archetti trilobati. Sopra la chiave c'è una pietra in arenaria con un'iscrizione in caratteri gotici al centro della quale campeggia l'agnello di S. Giovanni Battista, primo patrono dì Montedìnove, e sopra vi è un'icona con l'affresco di S. Giovanni, di cui però rimane ormai solo il volto. La simbologia del portale è attualmente oggetto di fervoso studio; risulterebbe essere dì tipo Giovannita e Templare forse volutamente contrapposta. La nostra S. Maria de' Cellis ha forse avuto a che fare con i Cavalieri del Tempio? All'interno della chiesa sono da ammirare: un affresco raffigurante "La Madonna della Misericordia" del 1512, opera di Giacomo Bonfini da Patrignone e il meraviglioso "Crocifisso ligneo" catalogato tra gli oggetti d'arte d'Italia.

Tale opera di autore ignoto, catalogata come Arte Marchigiana bizantineggiante del XIVsec., viene oggi definita, da vari storici dell'arte, come Arte Marchigiana di influsso nordico e datata fine XIII inizi XIV secolo. Altra opera d'arte di proprietà di questa Chiesa, ma attualmente conservata al Museo Diocesano dì Montalto Marche, è una Croce Astile, recentemente restaurata, sbalzata in argento dorato di Arte Orafa Sulmonese del sec. XIV. Le viuzze, le rue e gli slarghi del centro storico presentano ognuno un motivo di interesse artistico o un richiamo culturale: dal torrione medievale ( sec. XII) al balconcino a loggia (sec. XVIII), dallo stemma della Congregazione dei Sarti (sec. XIV) al caratteristico Lavatoio comunale, dalla Porta della Vittoria (sec. XII) alle fontanelle dell'acquedotto del polesio, senza contare le numerose case dei sec. XIV-XV perfettamente conservate e restaurate. Uscendo dal paese, lungo la strada che porta a Montalto Marche si incontra il Santuario dedicato a S. Tommaso di Canterbury sec. XVII. Nel 1617 il Comune approvò la fondazione di un convento per Frati Minori Osservanti Riformati; nel maggio 1620 Papa Paolo V confermò l'autorizzazione ad edificarlo e ne benedisse la prima pietra. Il santuario fu costruito sulla Via Cuprense ove preesisteva una cappellina costruita sempre in onore di S. Tommaso dai monaci farfensi di S. Maria de Cellis, per qualche reliquia portata forse da un monaco inglese che fuggiva dalla violenza anticattolica di Enrico VII d'Inghilterra (1509-1547). Il convento fu terminato nel 1643 ed i frati vi rimasero fino al 1810, anno della soppressione degli ordini religiosi da parte di Napoleone. Dopo alterne vicende, dal 1910 lo ebbero i Francescani Convenutali che vi ospitarono via via il noviziato, il seminario minore o iniziative pastorali e turistiche. Da secoli, in ogni tempo dell'anno, il santuario è visitato da devoti pellegrini che vengono a supplicare l'intercessione del Santo martire soprattutto per le malattie delle ossa. Il grande incontro spirituale e una superba fiera-mercato sono fissati ogni anno alla prima domenica di giugno. Oggi alla comunità religiosa dei Francescani è affidata l'unica parrocchia del paese che annovera le due Chiese: S. Lorenzo martire e S. Maria de Cellis.

 

  ULTERIORI APPROFONDIMENTI  SANTUARIO di S. TOMMASO di CANTERBURY 

 

PERSONAGGI ILLUSTRI

Fra i Montedinovesi illustri vanno ricordati:

 

CALENDARIO MANIFESTAZIONI

  • 1° Domenica di Giugno - Festa di S. Tommaso Becket
  • 15 Agosto - Serata con complesso e fuochi d'artificio
  • Durante il periodo estivo, in particolare nei giorni 12 e13 Agosto, si organizzano nella caratteristica piazza Novana attività-culturali gratuite: serate pianobar, concerto bandistico, teatro, serata culturale "Archeopiceno incontra", e l'oramai famosa "MONTEDINOVE SAPORI" passeggiata gastronomica nel centro storico del paese
  • Pimo fine settimana di Novembre "FESTA DELLA MELA ROSA" dei monti Sibilini   

 

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PROSSIMO EVENTO A MONTEDINOVE

2 - 3 NOVEMBRE 2013 SIBILLINI IN ROSA

 


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