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I Castelli di Caldarola

informazioni

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IL CASTELLO DI PALLOTTA

Il Castello Pallotta, dall’alto del colle, si affaccia su Caldarola creando un suggestivo quadro d’insieme dal sapore fiabesco. Costruito nella seconda metà del IX sec., subì una modifica radicale verso la fine del ‘500, quando il Cardinale Evangelista Pallotta lo volle trasformare in una maestosa quanto armonica costruzione rinascimentale che adibì a propria residenza estiva, che testimonia il prestigio del casato e le importanti relazioni imbastite dai quattro cardinali di casa Pallotta con la curia romana ed il mondo artistico. 

L’antico maniero conserva ancora intatte le mura, la merlatura guelfa, i cammini di ronda ed il ponte levatoio, le sale delle carrozze, delle sellerie e delle armi, opere d’arte su tela e su tavola, sculture, affreschi, arredi d’epoca e le testimonianze dei personaggi illustri che nel corso dei secoli hanno visitato Caldarola, come il pontefice Clemente VIII e la regina Cristina di Svezia. Le biblioteche, un archivio recentemente riordinato e le numerose collezioni documentano le vicende della nobile famiglia nell’ evolversi dei secoli.

I CASTELLI DI PIEVEFAVERA, VALCIMARRA E BISTOCCO

A pochi chilometri dal paese, in prossimità del Lago di Caccamo e lungo  la strada provinciale che conduce a Camerino, si ergono i castelli di Pievefavera, Valcimarra e Bistocco. La splendida posizione sulla sommità della collina irta di ulivi che scende gradatamente sul lago di Caccamo fa di Pievefavera un luogo di eccezionale interesse ambientale e paesaggistico. Nella parte alta del paese si innalza il castello (sec XIII con restauri successivi ), già posseduto dai Varano, con tre cinte di mura e quattro torri di cui una trasformata in campanile. All’interno del castello si trova la chiesa parrocchiale, con portale romanico rimaneggiato ed l’interno barocco in cui sono conservate opere del secolo XVI.

Lungo la sponda meridionale del lago sorge un’area archeologica di epoca romana che ha portato alla luce strutture di fondazione tardo repubblicana, esistenti almeno fino al I sec. d.C. , appartenenti alla “pars rustica” di una villa ben più estesa. I materiali archeologici, conservati presso l’Antiquarium, testimoniano che il territorio conobbe una lunga ed intensa frequentazione dalla preistoria fino all’età romana. Non distante da Pievefavera c’è Valcimarra, nei cui pressi si trovano una torre di avvistamento a pianta quadrata ( sec. XIII ) che aveva la funzione di posto di segnalazione tra Campolarzo e Pievefavera.

Fuori dall’abitato vale la pena visitare la piccola chiesa della Madonna del Sasso, sorta forse per il ritiro di qualche eremita, che nel sec. XIV ospitò una comunità femminile di penitenti francescane. Al suo interno sono presenti due affreschi del tardo quattrocento. Si narra che nei pressi, si nasconda l’antro della Sibilla Cimmaria. Meno facile da raggiungere è il monastero di San Benedetto “saxi latronis”, di cui restano solamente imponenti rovine e di cui è visibile la grandiosa facciata in pietra e un ambiente con volte a botte ed archi a sesto acuto. In località Bistocco, della catena delle fortificazioni dei Varano, rimangono i ruderi di una torre di guardia dalla struttura circolare.

CASTELLO DI CROCE E CASTELLO DI VESTIGNANO

Nelle vicinanze di Caldarola, raggiungibili in pochi chilometri attraverso una deviazione della strada che dalla piazza conduce verso Sarnano e San Ginesio, sorgono le suggestive frazioni di Croce e Vestignano, antichi castelli appartenenti, dal sec. IX, all’abbazia di Casauria in Abruzzo. A Vestignano rimangono consistenti resti della cinta muraria in pietra risalente al sec. XIV. Di notevole interesse sono un torrione cilindrico angolare e l’impianto urbanistico medievale. Fuori dalla cerchia muraria sorge la duecentesca chiesa di San Martino, rimaneggiata nel sec. XVI. Della chiesa originaria restano alcune strutture architettoniche, il basso rilievo rappresentante “San Martino e il Povero” sulla facciata ed alcuni affreschi.

L’edificio nuovo fu invece decorato da esponenti della scuola Caldarolese: Nobile da Lucca, Andrea de Magistris, che nel 1538 vi dipinse la Madonna col Bambino e i Santi Rocco e Sebastiano e nel 1551 S. Giorgio e S. Martino, e Simone De Magistris, che nel 1588 affrescò la transenna absidale con tre grandi dipinti che rappresentano l’Ascensione, la Crocifissione e l’Assunta, separati da due elementi più piccoli con San Giorgio e San Martino. Croce mantiene i resti di un notevole sistema di fortificazione realizzato con grosse pietre squadrate; resta inoltre una torre poligonale oggi campanile della chiesa parrocchiale. Anche qui sono presenti rilevanti opere pittoriche di Nobile da Lucca e dei de Magistris.

 

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