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Le Grotte del Cantinone

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Arroccata su un poggio a 265 m. slm, immersa nella ridente campagna marchigiana, si estende la città di Osimo, vicinissima al Conero e a soli 70 km dai monti Sibillini. La sua forma ricorda l’impronta d’un gigantesco piede sinistro, quasi a voler simboleggiare le tracce delle popolazioni antichissime che si sono succedute sul suo territorio.

Infatti, come si evince dal vecchio appellativo di Vetus Auximum, il luogo vanta una storia millenaria, che addirittura risale alla preistoria. Questo anche grazie alla sua favorevole posizione geografica, che offre alla città sia un clima favorevole per la maggior parte dell’anno, sia una vista panoramica che spazia dal mare Adriatico fino agli Appennini. Furono proprio i piceni, fin dal IX secolo A.C., a porre il primo insediamento, di cui sono stati ritrovati i resti nell’avvallamento che oggi corrisponde al mercato coperto.

E’ durante il periodo romano, però, che l’abitato divenne florido centro e nodo economico fondamentale. L’assetto urbanistico all’interno delle mura romane, di cui ad oggi si conserva un breve tratto nella zona settentrionale, era caratterizzato dalla presenza di vie che si incrociavano più o meno perpendicolarmente, imitando la tipica struttura dell’accampamento roman il decumano attraversava la città da est ad ovest, mentre il cardo da nord a sud. All’incrocio di questi due assi, corrispondente all’attuale piazza del Comune, sorgeva il foro.

La città visse anni di prosperità fino a diventare una delle civitas più importanti della zona del Conero, titolo che mantenne anche in epoca medievale. Le sole testimonianze tangibili di questo periodo sono l’ampliamento della cinta muraria verso oriente (corrispondente all’attuale rione San Marco), e la cattedrale di San Leopardo, magnifico esempio di architettura romanico-gotica, edificata a cavallo tra il XII e il XIII secolo.

Tranne un breve periodo, in cui Osimo fu sottoposta al dominio prima dei Malatesta di Rimini, poi dei Visconti di Milano, le sue vicende e la sua vita politica furono indissolubilmente legati allo Stato Pontificio fino all’Unità d’Italia: tracce di questa influenza si trovano dovunque nell’abitato, dal comune alle chiese, dai numerosi palazzi nobiliari alle piazze sulle quali si affacciano. Ancora più suggestiva ed indimenticabile di quella superficiale è poi la città sotterranea scavata nell’ arenaria, una fitta rete di gallerie, cunicoli ed ambienti disposti a più livelli e in collegamento tra loro mediante condotti verticali -pozzi o camini- provvisti di pedarole.

LE GROTTE

Degne di rilievo sono le Grotte del Cantinone sottostanti il Mercato coperto ed il Convento di San Francesco. L’interesse storico ed archeologico é dovuto soprattutto alla loro ubicazione. E’ opportuno infatti ricordare che in questa stessa zona, scavi condotti dalla Soprintendenza di Ancona portarono i restidi un abitato dell’età del Ferro e più recentemente resti riferibili all’età del Bronzo. Inoltre la soprastante chiesa, la Basilica di San Giuseppe da Copertino, è la più grande di Osimo dopo il Duomo e fu costruita nel 1234 sulle fondamenta di un altro edificio di culto dedicato a Santa Maria Maddalena Penitente.

Importante è poi l’essere a ridosso delle possenti mura romane, nei pressi della celebre Fonte Magna citata da Procopio da Cesarea, cronista al seguito di Belisario durante la guerra greco-gotica. Vi sono resti ancora visibili di cunicoli e pozzi molto antichi che un tempo dovevano essere collegati con quelli che sfociano in direzione della fonte, proprio gli stessi usati dagli Osimani nel 538 d.C. come vie strategiche per rifornirsi d’acqua all’interno delle mura.

Queste grotte vantano inoltre peculiarità tali da presentarsi come una sorta di compendio delle varie tipologie di cavità caratterizzanti il sottosuolo della città. Da cunicoli idraulici a servizio di cisterne e fonti, a nascondigli e vie di fuga indispensabili alla difesa in situazioni di pericolo; da luoghi di culto, di cui sono testimonianza le caratteristiche sale circolari e i bassorilievi a tema religioso, a vere e proprie abitazioni sotterraneeoppure cave per l’estrazione del materiale poi adoperato per la costruzione della città superficiale.

Sono rarissimi i riferimenti a queste grotte in documenti e fonti scritte, un silenzio che si deve necessariamente collegare a ragioni di segretezza, derivanti dalla necessità di salvaguardare luoghi indispensabili alla sopravvivenza di un’intera comunità. Le grotte di Osimo sono un’ ulteriore prova di come il mondo sotterraneo possa rivelarsi un inaspettato ed inesauribile archivio di dati storici, un museo più che mai vivo e discreto in grado di riportare alla mente secoli e secoli di memorie nascoste.

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