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Castel Colonna

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Castel Colonna si chiamava un tempo "Tomba di Seni­gallia", un nome che secondo l'opinione più accreditata, stava ad indicare il luogo che racchiudeva le abitazioni del signore e dei dipendenti, i depositi delle derrate e le stalle. Secondo altri, il termine "Tomba" si deve collegare alla terra che ricoprendo un sepolcro, forma una piccola altura. Altri ancora lo riferiscono alla posizione del luogo posto "in pendio ad uso delle tombe dei morti". Solo con il Regio Decreto emanato da Vittorio Emanuele III l'8 no­vembre 1921, il Comune chiude con parte del passato cambiando nome da Tomba in Castel Colonna. In assenza di testimonianze attendibili, sull'origine di Castel Colonna sono state formulate due ipotesi. La prima è che Tomba (antico nome del paese) sia stata fondata da alcuni pro­fughi della città di Suasa, distrutta dai Goti nel 409 d.c. La seconda ipotesi è che tra il VI e il IX secolo alcuni monaci benedettini si siano fermati su queste colline per sottrarsi agli invasori barbari. I primi insediamenti risalgono almeno alla prima metà del Sec. XII; non pochi indizi collegano a Ripe e Monterado che sono "chiamati" nelle Carte di Fonte Avellana già dal 1152 e 1153. Inserita con altri centri del­la Marchia anconetana nello Stato della Chiesa cade, dal 1402, sotto il dominio di Pandolfo Malatesta al quale suc­cede Carlo, sposo di Vittoria Colonna.

Castel Colonna è di nuovo soggetta alla Chiesa dopo la sconfitta dei Malatesta nella Battaglia del Cesano ma già l'anno seguente, 1463, è dominata da Antonio Piccolomini fratello di Giovanni, signore di Montemarciano. Ritorna alla Chiesa dopodiché dal 1474 al 1631 il territorio senigalliese divenne dominio dei Della Rovere. Nel 1475 Giovanni Della Rovere compilò gli statuti dei castelli di Ripe, Tomba e Monterado, aggre­gandoli in un unico organismo amministrativo chiamato "Commissariato di Tomba". Le vicende successive sono le stesse dei centri marchigiani sottoposti ai Della Rovere e incorporati come legazione di Urbino nello Stato Pontifì­cio. Sede di Commissariato che governava anche Ripe e Monterado, Tomba entrò a far parte della provincia di An­cona con gli altri due castelli quando, nel 1808 l'organismo venne soppresso con decreto di Napoleone. Alla restaurazione del governo pontificio, Tomba, Ripe e Monterado ritornarono alla Delegazione di Urbino e Pesaro. Nel 1848, sotto la Repubblica romana, Tomba rimane nella provincia di Urbino, presieduta dal senigalliese Andrea Cattabeni e nel 1860 passa definitivamente alla provincia di Ancona. 

 

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