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Chiesa di San Biagio

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La Chiesa di San Biagio era situata all’interno delle mura castellane di Castelraimondo, edificata a ridosso e sopra le mura stesse, inglobando nel corso dei secoli anche parte delle torri. Il castello, denominato di “Raimondo”(con molta probabilità in omaggio al Rettore Generale della Marca Anconitana dello stato Pontificio - al tempo di Papa Clemente V -, Raimondo di Attone da Aspello, che consentì alla Città di Camerino ed ai nobili Manno de Labranca , capitano del popolo camerinese, e Berardo di Gentile da Varano il permesso di edificare castelli nel loro territorio per difendersi da Sanseverino Marche, Matelica e Fabriano) fu edificato negli anni 1311-1318, quale caposaldo difensivo del territorio della Città di Camerino, posto in prossimità della confluenza del torrente Lapidoso con il fiume Potenza.

Detto castello, dalla forma planimetrica pressochè rettangolare, della lunghezza di m.300 e dalla larghezza di m.150, come si evince da una planimetria catastale del 1850 e dalle testimonianze architettoniche pervenuteci, possedeva la torre maestra (cassero,attualmente esistente) ed altre 10 torri situate lungo le mura (attualmente inesistenti: la torre, base campanaria, la torre ad nord-est inglobata nella casa parrocchiale e due torri mozzate poco più in alto del livello del piano viabile); al suo interno vi era insediato un presidio militare. Nel corso dei secoli l’interno del castello fu intensamente edificato, tanto è che, nel 1911, l’allora Amministrazione Comunale incaricò l’Ing. Filippo Amici per la redazione di un Piano di Risanamento del Vecchio Castello, poichè nella prima decade del secolo in corso si era verificata una mortalità del 3÷4‰, contro una mortalità del 1÷1,5‰, del restante territorio, dovuta alla tubercolosi, determinata questa dalle pessime condizioni igieniche dell’abitato, facilitate soprattutto dalla particolare articolazione degli isolati e dai limitatissimi spazi liberi fra di essi (a malapena pedonali) destinati a fogne a cielo aperto.

L’attuale chiesa di San Biagio è il risultato nel corso dei secoli della trasformazione di una parte dell’edificato “intra moenia” del Castello e di diversi interventi di modificazione dell’originario impianto. Non esistono, al momento, notizie certe sulla data di costruzione della chiesa e della sua posizione planimetrica. Da alcuni elementi architettonici, situati lungo la parete sud-ovest, la torre campanaria e la torre nord-est si può comunque affermare che essa è stata edificata utilizzando alcune preesistenze del centro fortificato. La Chiesa di San Biagio è improbabile che sia stata costruita sopra ai resti di una originaria chiesa (una chiesa comunque doveva essere presente all’interno del castello), come in qualche guida storica riportato, o quantomeno, se fosse stata costruita su una preesistente chiesa, questa doveva essere di ridottissime dimensioni. Quanto sopra è dimostrabile sia dall’utilizzazione di un’antica torre di guardia e d’ingresso, quale base campanaria, sia dalla presenza dell’ossario, sotto il pavimento della chiesa, a ridosso della parete contro terra delle mura castellane, queste inglobate negli spazi dell’ex oratorio. Altro motivo che fa pensare l’originaria chiesa ubicata in posizione diversa dall’attuale, è il fatto che, proprio per ragioni difensive, sarebbe stato inopportuno e non strategico, dal punto di vista militare, costruire a ridosso delle mura castellane edifici a con funzioni diverse da quelle difensive o d’avvistamento.

L’inopportunità di edificare fabbricati a ridosso delle mura castellane è valida anche per l’ex casa parrocchiale che viene citata in qualche fonte storica come il “Palazzo del Castellano che ospitava il Pievano ed i cappellani”. Il primo documento che parla della presenza della chiesa di San Biagio nel “Castro Raymundi” risale al 1330; il secondo che dà certezza sicura della presenza all’interno del Castello risale alla Visita Pastorale, del 24.08.1603, dell’Arcivescovo Giovanni Severini-Giovannini, ove risulta il buon funzionamento della Chiesa di San Biagio “de Castro Raymundi, quale sede parrocchiale dentro le mura del castello. A seguito del terremoto del 1799, la chiesa, come del resto molti altri edifici all’interno del Castello, subì notevoli danni, in particolare parte di essa ed il campanile, secondo quanto previsto dalla perizia redatta dall’Architetto Giacomo Cansoni, citata nella richiesta di contributi per la riparazione dei danni da parte del Pievano Mario Maddaloni. Nel 1802 il Card. Doria, attraverso il Governatore di Camerino, concesse di “riedificare” la chiesa e l’utilizzare delle pietre delle mura castellane che risultavano cadenti nella loro maggior parte e fradice. Con i lavori di riparazione dei danni del terremoto fu colta l’occasione per ampliare la chiesa.

Non esistono, al momento, documenti che ci possono chiarire con certezza quale fosse l’entità spaziale della chiesa danneggiata nè di quella ricostruita, comunque si può affermare che l’attuale edificio dovrebbe corrispondere, salvo gli interventi di ulteriore ampliamento e modificativi avvenuti nei primi anni del secolo XX°. Tenuto conto dei lavori eseguiti successivamente, i quali sono documentati da un registro di contabilità, si può affermare che la facciata principale d’ingresso con lesene, marcapiani e timpano, realizzati con mattoni a faccia vista, attualmente esistenti, e la sommità del campanile, la quale presenta identi caratteri stilistici, furono realizzati con gli interventi di “riparazione” dei danni del terremoto del 1799. Agli inizi del secolo XX°, nel 1906, la chiesa di San Biagio subì un incendio e quindi fu oggetto di lavori di rifacimento e, anche questa volta di ampliamento, in base al progetto “Ciccarelli”. I lavori eseguiti hanno interessarono l’allungamento dell’aula della chiesa, la quale occupò il presbiterio e questo fu realizzato facendo avanzare la chiesa all’interno della confinante “casa Morlacchi”.

Contestualmente fu ingrandita la sagrestia, fu costruito, con cannucciato, il soffitto a volta a sesto ribassato, lungo le pareti laterali furono modificati sia il numero che la forma degli altari; furono realizzati: l’inpalcato per l’organo e per il coro, il fonte battesimale ed il pulpito. A seguito di detti lavori la chiesa subì il rifacimento degli interni utilizzando stucchi e decorazioni, anche se non particolarmente arricchite, tipiche del periodo tardo barocco, a cui pochi edifici di culto, anche di particolare rilevanza architettonica, non si sottrassero. L’attuale chiesa di San Biagio si presenta ad unica navata, delle dimensioni interne di m.20x10.50x7,50 di altezza all’imposta della volta, con 3 altari a nicchia sui lati laterali ed abside semicircolare, di raggio 3,50 m.. Il soffitto è in cannucciato a volta a tutto sesto con lunette che consentono l’immissione della luce delle 6 finestre poste al di sopra del marcapiano d’imposta della volta stessa. Sul lato destro, verso levante, dall’aula si accede alla sagrestia e da questa al campanile. Sotto alla sagrestia, all’esterno delle mura castellane, ci sono altri ambienti, che diversi anni fa ospitavano l’oratorio.

 

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