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Chiesa di San Rocco

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E' la più antica chiesa eretta entro la cerchia muraria di Acquaviva giunta fino ai nostri tempi anche se, nel corso dei secoli, ha subito notevoli rifacimenti. Il suo ruolo prioritario nella storia della città è attestato dal fatto che era utiliz­zata per le adunanze del popolo. Un documento dell'Archivio di Fermo, pub­blicato dallo storico Amedeo Crivellucci, ricorda, alla data 8 dicembre 1587, una riunione che vi si tenne con, all'ordine del giorno, il problema del legna­me e dello sfruttamento dei boschi. Col tempo, divenuta troppo esigua per l'incremento della popolazione, fu costruita la più ampia chiesa di San Nicolo e San Rocco, con le case annesse, nel 1612, veniva ceduta dai Reggenti del Comune ai Padri Agostiniani Scalzi che volevano insediarsi ad Acquaviva. Ma gli Agostiniani si limitarono ad officiare la chiesa perché, fin dal 1613, tro­varono più adeguata sistemazione in località San Lorenzo Martire. Ancor oggi la chiesa, di proprietà comunale, è officiata dagli Agostiniani. La costruzione, in stile romanico, che sembra risalire, nelle parti più antiche, al XIII secolo, sorge su di un piccolo slargo al ter­mine di via San Rocco che la congiunge alla piazza Del Forte. La facciata a capanna, rinsaldata da contrafforti laterali appena emergenti, è arricchita da un loggiatino cieco fittile, che asse­conda il ritmo degli spioventi, ornato con tazze di maiolica policroma. Le tazze, attualmente sei, essendone state asportate molte, sono decorate nell'interno con disegni policromi tra i quali il timone, simbolo della barca della Chiesa, e il monogramma di Cristo (lo stesso dell'Eucarestia). II rosone centrale ed il portale in pietra timpanato sono stati aggiunti posteriormente.

Tracce di monofore si intravvedono nella varia tessitura del mattone a vista, tipico delle Marche, che conferisce una calda tonalità giallo-rosata all'intera costru­zione. Il fianco sud, visibile da via Marziale, presenta anch'esso un elegante loggiato cieco con trabeazione finemente decorata. Sullo stesso fianco sono visibili i contrafforti, appena emergenti dal perimetro murario, ed una bella monofora. Un finestrone con arcata a tutto sesto, aperto in epoche successive, altera in parte la fisionomia originaria; sfortunatamente la sua apertura ha determinato la scomparsa di due monofore. L'abside estema è poligonale. Il campanile a vela si apre in una bifora di epoca gotica come la cuspide che lo sormonta. L'interno risulta rifatto nel 1700 con l'aggiunta di alte colonne ioniche, con ritmo binario, che creano degli aggetti nella navata unica così da individuare piani articolati. Su ciascun lato è addossato un altare sormontato da una nicchia nella quale è una statua in cartapesta. In particolare la statua di San Vincenzo Ferreri si distingue per l'apprezzabile cura nell'esecuzione. I materiali usati nell'interno sono i mattoni intonacati e lo stucco. Nell'abside semicircolare è collocato l'altare. Nella chiesa si venera la statua lignea di San Rocco, opera di maniera non priva di una certa eleganza, del secolo XVIII. Vi sono anche conserva­ti i palii vinti dal Rione della Rocca nell'annuale Palio del Duca.

 

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