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Welcome to Marche

Museo della Cultura Mezzadrile

  • via P.zza Romagnoli, 4/a
  • prov AN
  • città Morro d'Alba
  • tel 0731 63000
  • fax 0731 63013

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Il Museo Utensilia è una raccolta ragionata e documentata della vita e dei mezzi produttivi dei mezzadri marchigiani che, per anni, sono stati il fondamento di una società rigidamente autarchica, quasi "un'industria domestica", capace di provvedere al proprio fabbisogno giornaliero tramite un'integrazione seminaturale con l'ambiente circostante. L'esposizione presenta una nutrita selezione degli utensili creati dalle stesse mani dei contadini per il lavoro nei campi, la casa, e gli animali, attraverso otto sale tematiche che nel loro dipanarsi narrano e definiscono materie prime, tecniche di costruzione, lavorazioni e manufatti tipici della cultura mezzadrile.

 

 

 

GLI AMBIENTI

Il lavoro del fabbro

Era l'artigiano più importante e sempre presente in ogni piccolo centro perché fabbricava e aggiustava tutti gli strumenti necessari al lavoro nei campi, alla casa colonica e agli animali. Nella sala è stata riproposta la sua bottega arredata con strumenti quali il mantice, la forgia, l'incudine e tutte le attrezzature necessarie alla realizzazione di ferri da cavallo e da bovino, roncole, martelli, coltelli, forbici, tagliole, trivelle, campanacci, picconi, falci fienaie, falcinie tagliafieno.  

Manufatti

Durante l'inverno il lavoro nei campi concedeva un relativo riposo ai contadini che così si dedicavano alla riparazione degli attrezzi e della casa. Tra le attività più frequenti c'era l'impagliatura di sedie, la produzione di cesti, cestini, crinie crinelle, e gabbie per uccelli, tutti realizzati con il sapiente intreccio dei vimini e altri ramoscelli flessibili, come la canna o la ginestrella, che conferiva adeguata forza e duttilità alla struttura. Interessanti gli strumenti musicali: zufoli e raganelle realizzati con assemblaggi di canne e legno.  

 

Le materie prime

Legno, pietra, canna, vimine, ginestra, ginestrella, biancospino, saggina e canapa sono i materiali su cui si reggeva il mondo contadino, quelli che venivano più facilmente reperiti nel territorio circostante, coltivati o spontanei in natura, e che davano origine alla maggior parte degli utensili come mobili per la casa e attrezzi da lavoro, lavelli, cesti, scope e tessuti per la confezione degli abiti e della biancheria.

 

La filatura e la tessitura

Protagonista della sala è "l'antico telaio" sul quale le donne trascorrevano parte dei mesi invernali per tessere lana, mezzalana, canapa, cotone e lino. Completata la tessitura si passava alla loro colorazione con sostanze vegetali. Le tele prodotte coprivano il fabbisogno familiare e con esse si prowedeva anche alla confezione del corredo nuziale spesso rifinito con preziosi ricami. La lana veniva lavorata con l'aiuto della cardatrice e poi filata con fusi e arcolai per la confezione degli abiti invernali.

I mezzi di trasporto e di lavoro

II bel "biroccio" marchigiano trainato dai buoi e decorato, secondo la tradizione locale, con motivi floreali, l'immagine di Sant'Antonio Abate e la "pupa", è stato costruito nel 1942, con legno di olmo e quercia, da una famiglia di carradori di Passatempo dì Osimo, come recitano le diciture sulle sponde "Carloni Giovanni fece [...]", "Carloni Erminia dipinse". Per i lavori nei campi veniva spesso impiegata la treggia, una rudimentale slitta di legno sempre trainata da buoi aggiogati, e la carriola per i tragitti più brevi.

 

La cantina

Nella sala dedicata alla produzione enologica, di grande tradizione a Morrò d'Alba, si trovano un'antico torchio, completamente realizzato con legno di quercia e di olmo, le botti di rovere (quercia) sapientemente curvate dai mastri bottai con l'aiuto del vapore, i rubinetti, gli imbottatori con i quali si metteva il vino nella botte e venivano direttamente scavati nel legno, i bigoncini per il trasporto e la pigiatura dell'uva, le bottiglie e le damigiane di vetro rivestite di corda o con sottili listarelle di canna.

 

Utensili da cucina

L'impastatrice di legno è uno dei più antichi strumenti per la lavorazione della grandi masse di pane necessaria al sostentamento della numerosa famiglia colonica, così come il piccolo mulino a mano, realizzato con la pietra e utilizzato dalle donne per macinare grano, orzo e mais. Si prosegue con un'attenta esposizione degli attrezzi da cucina come il macinapomodoro, i setacci per le farine, i mortai, le pale da forno, le stoviglie di legno e le ciotole con i buchi sul fondo destinate alla produzione del formaggio.

Il lavoro dei campi

L'aratro, per ribaltare le zolle in profondità, e l'assolcatore, per tracciare i solchi destinati ad accogliere i semi, entrambi trainati da buoi aggiogati, erano tra i principali protagonisti dei grandi lavori nei campi. L'esposizione continua con una ricca collezione di forconi, rastrelli, pale, vanghe, zappe, falci, roncole per la potatura di piante e alberi, tutti plasmati e corretti secondo l'utilizzo specifico al quale si intendeva destinarli. Un'ultima particolaritàè data dai trefoli e dai torcitoi utilizzati per la fabbricazione delle corde.

 

Orari apertura

  • Da Venerdì al Lunedì di Pasqua 15,30 - 19,30
  • Fino al 31 Maggio 15,30 - 19,30
  • Dal 1 al 30 Giugno 16,00 - 20,00
  • Luglio e Agosto - Venerdì, Sabato e Domenica 17,00 - 20,00 + Sabato 21,00 - 23,00
  • Dal 1 al 30 Settembre 16,00 - 20,00
  • Dal 1 Ottobre al 31 Dicembre 15,30 - 19,30 
  • Visite fuori orario N. Verde 800.43992

 

Per informazioni e visite guidate contattare la Pro Loco: www.promorro.it

 

 

  CONSULTARE ANCHE LA PAGINA DI PRESENTAZIONE DEL COMUNE DI MORRO D'ALBA

 

 

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