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Museo del Merletto a Tombolo

informazioni

www.museipiceni.it

 

 

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CENNI STORICI

Nel luglio1950 si inaugurava con la "I ° mostra mandamentale di artigianato, industria, e commercio" la prima della lunga serie di esposizioni estive del Merletto a Tombolo Offidano. Allestita prima nella Sala Consigliare del Comune, e successivamente in diversi ambienti dell’ex convento di S. Agostino, la mostra diventa un’importante vetrina di questo particolare prodotto dell’artigianato locale. Sin dall’inizio ai lavori moderni sono stati affiancati quelli più antichi, preziose testimonianze di secoli di paziente intreccio.

L’esposizione ha sempre mantenuto un ordine tipologico, dalla lavorazione (sempre ricorrendo a merlettaie al lavoro su diversi punti), al merletto nelle sue vaste utilizzazioni. Gli oggetti antichi e moderni, sistemati in stretta relazione fra loro per sottolineare continuità e trasformazioni di un’arte tanto antica e diffusa nella popolazione da perdere il ricordo della sua origine.

I MATERIALI

I materiali esposti sono in parte di proprietà del Museo in parte di cittadini privati, che danno in prestito per periodi più o meno lunghi i pezzi migliori delle loro collezioni; per questo motivo l'allestimanto può variare a seconda dei periodi, offrendo risoluzioni espositive sempre nuove ed interessanti. Di proprietà del museo è l'abito di alta moda, realizzato nel 1997 per una sfilata di londra dallo stilista Antonio Berardi ed indossato nell'occasione da Naomi Campbell.

 

ALLESTIMENTO E DIDATTICA:

  • Sala 1: Storia, documenti, fotografie e pubblicazioni sul Merletto Offidano. Attrezzi per la lavorazione, filati, disegni. Campionari e diversi tipi di punti e lavori antichi e moderni.
  • Sala 2: Il merletto di Offida nel Mond Lavori e disegni realizzati per diverse personalità ed occasioni. cappellina domestica del Palazzo; il Merletto "Sacro".

  • Sala 4, 5, 6, 7: Esposizione tipologica delle varie utilizzazioni del Merletto; Abbigliamento, Sala da Pranzo, Camera, Corredi nunziali e per bambini, Fazzoletti, ecc. 

 

LA STORIA DEL MERLETTO A TOMBOLO

Non è possibile conoscere con certez­za quando e come il merletto a tom­bolo fu introdotto in Offida. Gli affreschi, i dipinti, i libri modellati, oltre ai dati storici pubblicati già dal 1500 e dal 1600, sono le fonti privi­legiate da cui rintracciare le immagini e le notizie sulla produzione dei primi merletti offidani. Si può supporre che, sia il Maestro di Offida nella seconda metà del 1300, sia Simone De Magistris alla fine del 1500, si siano avvalsi di modelli di pizzi eseguiti in Offida, per riprodurli nelle loro opere. Il primo documento che fa cenno al merletto prodotto in Offida è datato 1511 ed è relativo ad un'offerta di pizzi da parte del Comune di Offida alla chiesa della Croce Santa, per sod­disfare un voto fatto dalla cittadinan­za, onde ottenere la fine della peste del 1507.

Personalità religiose di ori­gine offidana, affermate in campo nazionale, usavano il merletto pro­dotto in Offida per ornare i corredi sacri. Nella pinacoteca comunale si possono ammirare dipinti di questi religiosi offidani con indosso camici adornati da merletto. Nella chiesa di S. Agostino una porta, con la scena dell'Annunciazione, dipinta agli inizi del 1600 e restaura­ta di recente, mostra 'Angelo che indossa una tenue e trasparente veste ornata di prezioso merletto. Nel 1600 la lavorazione del merletto non era più solo una fiorente attività artigianale, ma anche una fonte di sostentamento per le famiglie del luogo. La produzione aumentò e la lavorazione del merletto migliorò in qualità e raffinatezza così che il manufatto era ricercato ed esportato dai mercanti, come lo si può desume­re da un atto di compravendita del 24 Maggio 1612, custodito nell'archivio notarile di Ascoli Piceno.

Un più ampio utilizzo si ebbe nel 1700, quando la scomparsa delle grandi epidemie, lo sviluppo e la dif­fusione dell'industria tessile, le cognizioni igieniche ed il desiderio di uno stile di vita migliore, portarono alla diffusione dell'uso della biancheria intima, che poteva essere resa più elegante dall'applicazione del merletto. Furono in particolar modo le donne che seppero recepire questa nuova forma lavorativa, vedendo in essa un' ulteriore fonte di guadagno, la possibilità di esprimere le loro capacità creative e la soddisfazione per un' attività bella ed appagante, che potevano liberamente svolgere in casa o nelle vie del paese, in compa­gnia di amiche e vicine. È del 1728 una supplica al Papa Benedetto XIII0 da parte dei comuni di Offida, Ripatransone e Montecchio, perché si vietasse l'introduzione dei merletti dal Veneto, ciò lascia suppor­re una fiorente produzione locale.

Negli archivi ecclesiastici della Collegiata Nuova è custodito, in qualità di reliquia, un pregevole camice ornato di pizzo a fuselli, indossato da San Gaspare del Bufalo, sacerdote romano, vissuto nel XVIII secolo. Nella prima metà del 1800 è testimoniata la vendita di merletti al Conte Brancadoro di Fermo, ma il periodo di massimo splendore si verificò alla fine del secolo stesso. Fu nel 1900 che si ebbe una consa­crazione del merletto locale nei mer­cati europei ed extraeuropei, racco­gliendo sempre più consensi e pre­miazioni. Nel 1910 venne istituita la prima scuo­la di Merletto all'interno della scuola comunale, con lezioni tenute dall'inse­gnante Marina Marinucci. L'aumento turistico della riviera adria-tica a partire dagli anni 50, le varie promozioni ed iniziative locali, hanno portato a definire Offida "la città del merletto a tombolo".

Fra le iniziative promozionali ad opera del Comune e delle altre associazioni che operano nel settore si ricordano: la mostra estiva del merletto dal 1969 al 1998, la creazione della Cooperativa Artigiana Merlettaie (Co.Ar.Me.), il Monumento alle Merlettaie (1986), il concorso "II Fusello d'oro". Dal 1998 è stato costituito, nell'antico palazzo De Castelletti, il Museo del Merletto a tombolo, dove si possono ammirare lavori antichi e moderni, le diverse tipologie di lavorazione e le svariate possibilità di applicazione. Dal 2004 sono in corso iniziative per ottenere il marchio di tutela che garantisca la qualità di un prodotto così prezioso.

Gli Strumenti

II merletto si lavora su un tombolo (in dialetto "lu capzzal"), un cuscino imbottito, posto su un reggitombolo in legno chiamato prepenna. Occorrono poi i fuselli in legno (in dialetto li "cannjtt"), gli spilli, il filo (lino, canapa, seta, cotone, uniti tal­volta a fili d'argento e d'oro) ed il disegno del merletto che si andrà a realizzare, generalmente fatto su car­toncino rigido. Per alcuni lavori è necessario l'utilizzo di un uncinetto molto sottile (in dialetto Taghitt"). Dopo aver fissato il disegno sul tom­bolo, si avvolge il filo ad ogni coppia di fuselli, sempre nello stesso verso poi, una volta fermati con le spille i fuselli sul disegno, si può iniziare il lavoro che consiste in due movimenti: girare ed incrociare. Con questo procedimento si da' luogo ai punti, con i quali si possono realiz­zare merletti leggeri e trasparenti, intessuti di volute, fogliami, frutti, fiori, stelle ed altri svariati motivi.

I diversi punti

Il merletto di Offida ha attualmente una catalogaziene in quattro punti, basata sulla tipologia del disegno, sulla tecnica di lavorazione e sul numero dei fuselli utilizzati per ese­guire il lavoro:

  • punto Nastrino: si presenta come un nastrino (stradina) lavorato a punto tela o mezzo punto legato con delle barrette (travette) a formare diversi motivi
  • punto Antico: lavorazione con un numero variabile e considerevole di fuselli, anche centinaia. Si può divide­re in: a filo continuo, a nastrino o stra­dina, figurativo
  • punto Venezia: lavorazione con mini­mo 9 coppie di fuselli. Vengono realizzate viole, fiori, rose con rete esa­gonale
  • punto "Rosalin"(rosalia): lavorazio­ne con minimo 5 coppie di fuselli. È caratterizzato da rosette rotonde con inserti di rete.

 

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