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Welcome to Marche

Monteprandone

  • via P.zza dell'Acquila, 1
  • prov AP
  • città Monteprandone
  • tel 0735 71091
  • fax 0735-62541

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CENNI STORICI  

Monteprandone, caratteristico borgo medievale, sorge su un colle a circa 280 metri slm lungo la vallata del fiume Tronto, incorniciato dal vicino mare Adriatico e dalle splendide vette dei monti Appennini. Ultimo lembo di terra a sud della regione Marche, Monteprandone è sempre stata zona di confine: il fiume Tronto che oggi divide le Marche dall’Abruzzo un tempo separava lo Stato Pontificio dal Regno delle Due Sicilie. La tradizione vuole che l’occupazione del colle avvenne tra il IX e il X sec d.C. quando dalla costa si fuggiva sulle alture in cerca di rifugio dalle scorrerie piratesche. L’origine del toponimo MONTEPRANDONE risale circa all’800 d.C. quando, secondo la leggenda, un cavaliere di nome Brando o Prando al seguito di Carlo Magno, si ferma in questi luoghi e vi fonda il castello. Nel 1039 Longino d’Azzone dona all’Abbazia di Farfa il territorio di Monteprandone dove i monaci costruiscono il monastero di San Leonardo, oggi parte del Museo di Arte Sacra. Nel 1292 i monteprandonesi decisero di passare sotto la giurisdizione del Comune di Ascoli emancipandosi così da Farfa e tra il XIV e XV secolo estesero il territorio annettendo i castelli limitrofi di Monterone, Monticello e Montecretaccio portando così i suoi confini fino al mare. La struttura medievale del castello di Monteprandone rimase inalterata fino al XIX secolo quando imponenti demolizioni cancellarono all’inizio del secolo parte del più antico castello per far posto alla nuova collegiata e si conclusero sul finire del secolo con la demolizione del palazzo del Potestà, della Porta da Mare e parte delle mura castellane per realizzare il nuovo palazzo comunale inaugurato nel 1882. Fortunatamente si è salvata la “Porta da Monte” con lo stemma della città di Ascoli.

 

VISITARE MONTEPRANDONE  

Entrando a Monteprandone da quella che era la Porta da Mare, al visitatore non può sfuggire il meraviglioso panorama che si presenta davanti ai suoi occhi. Passando per la piazza principale, Piazza dell’Aquila, si scende nella rua via Limbo che conserva appieno le caratteristiche della vecchia via medievale, proprio a ridosso delle mura castellane erette nel XV secolo. Percorrendo tutta la via si risale per la chiesa quattrocentesca della Madonna della Speranza che si affaccia su via Corso; lungo questa via principale si trova anche il Museo dei Codici di San Giacomo. Svoltando per via Allegretti il visitatore si trova davanti alla chiesa di San Leonardo, monastero Farfense con portale gotico e mensole a grifo. Continuando la salita si giunge sul punto più alto di Monteprandone che ospita Piazza San Giacomo, quella che era il salotto dell’aristocrazia locale: qui si affacciano infatti i palazzi nobiliari decorati con i bellissimi portali in marmo con scolpiti gli stemmi della casata. Si possono inoltre ammirare l’imponente Collegiata di San Nicola o Nicolò di Bari e il museo di Arte Sacra. Dietro la collegiata si erge il maestoso campanile settecentesco che ospita le originarie campane bronzee chiamate con i nomi dei santi Nicolò, Giuseppe e Maria, Giacomo, Cirino e Vincenzo. Proseguendo la passeggiata si arriva a Piazza Castello, dove si può ammirare la casa natale di san Giacomo con il piccolo campanile cinquecentesco.

 

LUOGHI DI CULTO

Santuario Santa Maria delle Grazie e San Giacomo della Marca  

Il 22 agosto 1449, papa Nicolò V, accogliendo la richiesta di San Giacomo, autorizzava la comunità di Monteprandone a costruire a proprie spese il convento e la chiesa di Santa Maria delle Grazie. Il convento nel 1500 fu interamente ristrutturato ed ampliato in quanto insufficiente alle crescenti esigente di culto. Ulteriori interventi di ristrutturazione vennero eseguiti nel XVIII sec. di cui è oggi visibile le torre campanaria del 1712. All’interno della chiesa si possono ammirare una tavola di Vincenzo Pagani da Monterubbiano (1525) raffigurante l’Incoronazione della Vergine, con i santi Antonio di Padova, Giovanni Battista, Francesco d'Assisi e Caterina d'Alessandria; una tela attribuita a Durante Nobili di Caldarola (sec. XVI), che raffigura la Madonna in trono con i santi Francesco e Andrea Apostolo; un Crocifisso ligneo del sec. XVI (attribuito a Cola dell'Amatrice) con ai lati le due tavole dipinte raffiguranti la Madonna e San Giovanni Evangelista, attribuite a Vincenzo Pagani (1540); un tabernacolo in legno intarsiato datato 13 settembre 1692, opera di due frati francescani, Giuseppe da Montalboddo e Francesco da Urbino. Durante gli ultimi lavori di restauro è venuto alla luce un affresco di un anonimo artista del 1500 raffigurante S. Bernardino da Siena e S. Sebastiano. Sul lato destro della navata si aprono le due cappelle dedicate a Santa Maria delle Grazie e a San Giacomo. La prima conserva la formella in terracotta policroma raffigurante la Madonna con Bambino che San Giacomo ebbe in dono dal cardinale Francesco della Rovere. La seconda cappella custodisce le venerate spoglie incorrotte del santo tornate definitivamente a Monteprandone da Napoli nel 2001. Nel convento si può ammirare lo splendido chiostro del 1500 con al centro il pozzo a colonnette in pietra. Il porticato ha conservate le volte a crociera mente le pareti sono decorate da 25 lunette affrescate dal pittore ascolano Emidio Tegli nel 1848 con episodi della vita del santo. In una sala del chiostro si trova anche un piccolo Museo di San Giacomo che conserva alcune sue preziose reliquie. Vedi Anche Pagina Conventi e Monasteri... 

 

Chiesa Collegiata di San Nicolò di Bari  

Il primo nucleo della chiesa di San Nicolò esisteva già nell’anno Mille ed era edificata nel punto più alto del colle dove, in seguito, i monaci farfensi costruirono il piccolo monastero di San Leonardo. Il monastero venne poi annesso alla chiesa di San Nicolò di Bari elevata a rango di Collegiata nel 1507. Nel corso dei secoli la piccola chiesa subì numerosi rifacimenti fino alla fine del ‘700 quando si decise di realizzare una nuova chiesa, più grande e più sicura affidando il progetto all’architetto Pietro Maggi il quale pensò di edificarla proprio a fianco della vecchia collegiata. Per far posto alla nuova costruzione si rese necessario demolire parte dell’antica chiesa e cinque abitazioni tra cui alcune stanze della casa natale di San Giacomo. I lavori iniziarono nel 1808 e finirono nel 1840: la nuova Collegiata di San Nicolò di Bari venne consacrata nel 1858. La chiesa, in stile neoclassico ad unica navata ha sei altari laterali due dei quali realizzati riutilizzando parti degli altri originari. È questo il caso del secondo altare a sinistra dedicato alla Madonna del Rosario, con la statua della Vergine delle Vittorie del 1600, che celebra la vittoria di Lepanto. Il terzo altare a destra è dedicato a San Cirino Martire, custodisce una bella statua lignea dorata del santo e sotto, in una preziosa urna dorata seicentesca, il corpo del Santo ucciso nel 303 d.C. La chiesa fu dotata anche di una cantoria realizzata per ospitare l’organo a canne commissionato alla Ditta Morettini di Perugia e costruito nel 1839. La pala d’altare, firmata Sal.re Busutil, Roma 1846, fu donata da papa Gregori XVI come risarcimento al trasferimento in vaticano del trittico di Vittore Crivelli di cui poi si persero le tracce. Il soffitto e le pareti sono state dipinte dall’artista Giammatteo Campanelli di Monsampolo.

 

ALTRI LUOGHI DI INTERESSE STORICO CULTURALE

Museo dei Codici di San Giacomo della Marca

San Giacomo istituì nel convento di Santa Maria delle Grazie una ricca biblioteca per l’istruzione dei religiosi aperta anche a quanti avessero la passione nello studio. Il primo nucleo della biblioteca era composto dai personali libri di studio del Sant testi giuridici, di filosofia, teologia, patristica e letteratura. Anno dopo anno la biblioteca si arricchì di nuovi testi fino a raggiungere la considerevole cifra di 800 volumi. San Giacomo era particolarmente attento alla sua biblioteca tanto che, nel 1462, chiese ed ottenne dal Papa Pio II una bolla con cui si comminava la scomunica a quanti danneggiassero o rubassero i volumi. Nonostante la sanzione, a partire dal XVIII secolo iniziò un periodo di abbandono, incuria, dispersione e furti che sottrassero alla biblioteca la maggior parte dei codici. I 62 volumi superstiti sono conservati nel Museo Civico dei Codici di San Giacomo a Monteprandone in via Corso.Sono codici manoscritti in latino e volgare impreziositi da meravigliose miniature e datati dal XIII al XV secolo. Di particolare interesse sono i 4 codici autografi e la lettera che San Giacomo scrisse a San Giovanni da Capestrano, suo amico e confratello. Sono altresì presenti all’interno del museo due antiche mappe di Monteprandone ed una moneta coniata da Carlo II Gonzaga-Nevers nel 1652 per celebrare la nascita del figlio Ferdinando Carlo. La moglie, Clara d’Asburgo, non potendo avere figli, invocò l’intercessione del beato Giacomo della Marca, sin dall’epoca molto venerato a e attuale compatrono di Mantova.

 

Museo di Arte Sacra  

Il Museo di Arte Sacra nasce nel 2000 da un’intuizione del parroco don Francesco Ciabattoni. Nel 2004 iniziano i lavori di recupero sia dell’ex monastero dei monaci farfensi, sia delle opere d’arte. Durante il restauro sono stati portati alla luce resti di affreschi di varie epoche che decoravano l’antica chiesa. L’affresco più esteso è una scena dell’Ecce Homo del 1530, che raffigura Gesù portato alla presenza di Pilato per essere giudicato. Sotto troviamo l’affresco, meglio conservato, che ritrae una Pietà di scuola nordica, preliminarmente ascritta alla metà del 1400. A destra della Pietà vi è una piccola nicchia votiva risalente al XIII sec., affrescata con motivi a finta grata sui lati e una croce sul fondo. Sul lato sud del museo scopriamo la scena raffigurante Santa Lucia: l’affresco, pesantemente danneggiato, potrebbe appartenere allo stesso arco cronologico dell’Ecce Homo. Da segnalare nella collezione in mostra alcune opere pregevoli quali il Crocefisso ligneo del 1200, il pezzo più antico del museo; le tre splendide pale di scuola manierista, in legno dipinto raffiguranti la crocefissione di Cristo e dei due ladroni; la statua della Madonna di Loreto del XV sec. Particolarmente significativa la sezione dedicata a San Giacomo della Marca. Vedi Anche Pagina Rete Musei Sistini del Piceno.... 
 

 

PERSONAGGI STORICI ILLUSTRI

San Giacomo della Marca

Domenico nasce a Monteprandone la prima domenica di settembre dell’anno 1393, figlio di Antonia e Antonio Gangale. Fin da fanciullo manifesta una spiccata propensione allo studio tanto che uno zio prete di Offida lo prese con sé e gli garantì un’istruzione. Domenico si laureò in legge a Perugia, esercitò l’ufficio di notaio a Firenze e quello di giudice a Bibbiena, fino a quando il 25 luglio 1416, festa di S. Giacomo apostolo, decise di vestire l’abito francescano assumendo il nome di Giacomo della Marca. In qualità di uomo di legge, predicatore e pacificatore, venne chiamato in numerose corti italiane ed europee per dirimere questioni politiche, religiose, diplomatiche e civili. Si batté contro l’usura istituendo i Monti di Pietà, contro la prostituzione riscattando numerose donne, contro le tante sette eretiche che proprio in quegli anni si andavano formando, contro la magia e la superstizione. Fu nunzio e legato di numerosi Papi e amico di potenti signori quali gli Sforza, i Malatesta, i Montefeltro. Alla fine del suo lungo peregrinare, durato 40 anni, fu chiamato a Napoli dal Re Ferdinando I d’Aragona e proprio nella città partenopea morì il 28 novembre 1476. Beatificato il 16 agosto 1624 da Papa Urbano VIII, fu proclamato Santo il 10 dicembre 1726 da Papa Benedetto XIII.  

 

Monsignor Eugenio Massi

Eugenio Massi nasce a Monteprandone il 13 agosto 1875, primo di dodici figli. Ben presto mostra una grande attitudine allo studio e una forte volontà a consacrare la propria vita a Dio, tanto che a soli 15 anni inizia il noviziato. Nel 1891 diventa monaco francescano a Monterotondo e nel 1898 viene ordinato sacerdote a Senigallia. In lui matura in fretta l’aspirazione a partire missionario e nel 1902 a Napoli si imbarca per la Cina dove apprende subito la lingua per poter lavorare tra la gente. È impegnato nei villaggi più poveri e nelle regioni più violente prendendosi cura dei derelitti, degli anziani e dei bambini abbandonati aprendo scuole e ospedali. Le sue opere gli valgono la fiducia del governo cinese e viene ben presto nominato Vicario Apostolico in tre delle province più difficili della Cina. Lavora instancabilmente per la popolazione e la sua fede attira numerosi seguaci. Muore pochi giorni prima del Natale del 1944 colpito da una scheggia al cuore durante un bombardamento aereo che distrusse la sua residenza vescovile.  

 

San Cirino Martire

Santo Martire, fù decapitato nel 303 d.C. durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano e sepolto nelle catacombe della via Aurelia. Le spoglie di San Cirino vennero traslate a Monteprandone il 15 giugno 1656 e attualmente riposano in un’urna dorata nel primo altare della chiesa di San Nicolò. Diventa compatrono di Monteprandone nel 1873 e viene festeggiato solennemente ogni terza domenica di giugno.  

 

Carlo Allegretti

Pittore monteprandonese, nasce nel 1555 da famiglia agiata. Dapprima si trasferisce ad Ascoli Piceno per iniziarsi allo studio del colore. Si trasferì a Roma, Firenze e approdò infine a Venezia, dove aderisce definitivamente alla scuola dei Bassano e subisce l’influenza del Veronese, del Tiziano e del Tintoretto. Morì a Roma nel 1622. I dipinti a lui attribuiti sono:

  • Martirio di S. Bartolomeo, chiesa di S. Bartolomeo, Ascoli Piceno;
  • Adorazione dei Magi, Palazzo Vescovile, Ascoli Piceno;
  • Natività di Maria, Pinacoteca comunale di Ascoli Piceno;
  • Adorazione dei Magi, chiesa di S. Agostino, Offida;
  • San Giacomo della Marca, chiesa di S. Maria Maddalena, Acquasanta;
  • Madonna del Rosario, contornato da quindici quadretti, chiesa di S. Francesco, Borgo d’Arquata;
  • Figure di martiri, chiesa di S. Lorenzo, Acquaviva. Picena.

 

EVENTI E MANIFESTAZIONI

Processione del Venerdì Santo

Uno degli eventi più importanti che caratterizzano Monteprandone è senza dubbio la processione del venerdì Santo che si snoda per le vie del paese fin dal 1859. In quel tempo, la Confraternita della Pietà e della buona Morte, eretta nel 1600, commissionò all’artista Emidio Paci la statua del Cristo Morto e all’artista Sante Morelli, la sontuosa Bara. Sono più di 150 anni che puntualmente e senza interruzioni, l’importante e suggestivo corteo processionale, con la Bara portata a spalla da quattro portatori fa rivivere antiche e suggestive emozioni.

  

Fonte Informativa:

  •  Contributo fotografico "Foto Aeree - Pilota Caselli Giuseppe"

 

Info Comune:

 

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Foto Aeree Pilota Caselli Giuseppe

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